sabato 11 luglio 2009

Verdi e Legambiente contro il DDL



Il centrodestra approva in Senato la legge che riporta il nucleare in Italia. Francescato: "Mentre il G8 discute di tagli ai gas serra, Berlusconi affossa rinnovabili e risparmio energetico". Protesta LegambienteRoma - Via libera in Senato al ddl sviluppo che segna il ritorno dell'Italia al nucleare. Il provvedimento, in quarta lettura, è stato approvato dal centrodestra in via definitiva e quindi diventa legge. I voti a favore sono stati 154, i contrari 1, e gli astenuti 1. L'opposizione non ha partecipato al voto nel tentativo di far mancare il numero legale.
"Il ritorno al nucleare e' una vera e propria follia sia dal punto di vista ambientale che Economico", ha commentato Grazia Francescato, portavoce dei Verdi ed esponente di Sinistra e Libertà. Proprio mentre tutti i leader mondiali affrontano L'Aquila la questione dei cambiamenti climatici, "l'Italia di Silvio Berlusconi sceglie di affossare la ricerca e la promozione delle fonti energetiche rinnovabili e dell'efficienza energetica scegliendo un salto nel passato pericoloso, radioattivo e che porta con se' il rischio della proliferazione a scopi militari".
Angelo Bonelli, ex capogruppo dei Verdi alla Camera, ricorda "la pericolosa avventura del nucleare che altri paesi industrializzati hanno abbandonato o fermato, come Germania, Usa, Olanda, Spagna. Il piano nucleare di Berlusconi portera' ad una spesa di 20 miliardi di euro che sara' pagata dagli italiani con la bolletta elettrica; tutti i programmi nucleari infatti si reggono con i finanziamenti statali, accadde in Francia come negli Usa"
Dura anche Legambiente: ''Con grande soddisfazione questo governo oggi plaude a se stesso per aver raggiunto un antico obiettivo: tornare alla preistoria energetica e spendere soldi in grandiose e fragili cattedrali per la produzione di energia nucleare di terza generazione''.
Una tecnologia, quella voluta dall'Italia sul nucleare ''che Barak Obama - continua Legambiente - si e' rifiutato di finanziare perche' inquinante e insicura''. Ma non e' solo il governo americano a frenare la diffusione dell'atomo. ''Addirittura il cancelliere tedesco Angela Merkel - sottolinea Legambiente - ha dichiarato di non volere nuovi impianti nucleari in Germania specificando che la produzione attuale puo' essere considerata solo un mezzo in attesa di una idonea ed efficiente diffusione di tecnologie rinnovabili''.
''Tutte le economie piu' avanzate - sottolinea Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente - hanno scelto di investire in fonti rinnovabili ed energia pulita per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti, ma anche per risolvere i problemi della sicurezza e dello smaltimento delle scorie oltre che dell'approvvigionamento della materia prima (scarsa e costosa) necessaria alla fissione''.

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