martedì 14 luglio 2009

Pannelli solari nel Sahara



Roma - Decollerà a novembre il progetto che prevede di tappezzare il deserto del Sahara di pannelli solari in grado di fornire, a regime, potenzialmente il 15% del fabbisogno elettrico europeo.
L'ambiziosa iniziativa made in Europe, dal nome Desertec, prenderà il via a fine anno con la costituzione di una societa' che ne pianifichi progetto, finanziamenti e realizzazione. Nel corso della prima riunione dei 12 soci fondatori, tenuta a Monaco di Baviera, e' stato firmato un memorandum d'intesa per la formazione della Desertec Industrial Initiative (DII) entro il 31 ottobre prossimo ed e' stato annunciato che il piano d'investimenti verra' messo a punto entro il 2012.
Il progetto, stimato in 400 miliardi di euro, prevede la 'cattura' dei raggi solari nelle aree desertiche del Nord Africa e del Medio Oriente e la loro conseguente trasformazione in energia elettrica da inviare alle reti dei paesi europei.
In questo modo, il consorzio punta a soddisfare il 15% del fabbisogno di energia in Europa entro il 2050. I soci fondatori dell'iniziativa includono la Munich Re, la Siemens, la E.On, la Rwe e la Deutsche Bank.
Soddisfatta dell'accordo Greenpeace, che secondo l'organizzazione ambientalista ha le carte per diventare un modello per l'utilizzo di centrali elio-elettriche nelle numerose regioni desertiche del pianeta. ''I gruppi energetici, gli istituti finanziari ed i costruttori di impianti possono trasformare lo sfruttamento dell'energia dei deserti in un esempio da imitare'', ha sottolineato in un comunicato Andree Boehling, esperto di energia di Greenpeace.
''Questo vale anche per i paesi emergenti come Cina e India, dove ancora oggi si punta sulle centrali elettriche a carbone'', ha aggiunto. ''Agli annunci, pero', devono seguire presto i fatti'', ha osservato Boehling, esortando le aziende a perseguire lo scopo con determinazione nonche' a considerare Desertec un'alternativa alle fonti energetiche nocive per l'ambiente.
Greenpeace chiede al governo tedesco di contribuire all'ambizioso progetto, per ora tutto tedesco, attraverso finanziamenti al settore, sussidi alla ricerca e norme chiare che favoriscano un nuovo corso energetico per la Germania.

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