giovedì 9 luglio 2009

Greenpeace Italia contro il carbone



Italia — Oltre cento attivisti di Greenpeace da tutto il mondo hanno occupato quattro centrali elettriche a carbone sparse sul territorio italiano, chiedendo ai Capi di Stato del G8 di assumere un ruolo di leadership contro i cambiamenti climatici. 07:30 Oltre cento attivisti occupano quattro centrali a carboneDalle prime ore di questa mattina gli attivisti, provenienti da 18 nazioni diverse, hanno occupato nastri di trasporto e scalato le gru e le ciminiere delle centrali a carbone di Brindisi, Fusina a Marghera (Venezia), Vado Ligure (Savona) e Porto Tolle.Nel dettaglio, gli attivisti di Greenpeace hanno occupato il nastro trasportatore e la ciminiera di Brindisi, nastro trasportatore, ciminiera e due gru sul porto a Marghera, la ciminiera di Porto Tolle e le due ciminiere di Vado Ligure.Problemi finora riscontrati solo nella centrale di Brindisi, dove i responsabili della centrale Enel hanno acceso ripetutamente il nastro trasportatore mettendo a rischio la sicurezza degli attivisti.La centrale di Brindisi è la maggiore singola fonte di emissioni di CO2 in Italia: Greenpeace chiede ai Capi di Stato del G8 di ridurre queste emissioni e di assumere un ruolo determinante contro i cambiamenti climatici.
In Italia, più di cento attivisti hanno occupato, scalato e dipinto ciminiere, gru e nastri trasportatori in cinque centrali a carbone (o in via di trasformazione), sottolineando come il carbone sia il principale “killer del clima” a livello mondiale. Dall’alto delle centrali di Brindisi, Fusina/Marghera, Porto Tolle, Vado Ligure e Civitavecchia, Greenpeace ha chiesto ai governi del G8 di prendere la leadership della lotta ai cambiamenti climatici.Gli attivisti stanno ancora occupando due centrali –Brindisi e Porto Tolle – dalla quale discenderanno in contemporanea con la fine del meeting dell’Aquila, concludendo la protesta. Alla vigilia del G8, Greenpeace ha presentato il suo nuovo rapporto “Powering G8 Job Creations”: come creare posti di lavoro proteggendo il clima, il quale prospetta le previsioni occupazionali per i paesi del G8 e dimostra che, attraverso la ‘Rivoluzione Energetica’, proprio in questi otto paesi (Stati Uniti, Giappone, Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Canada) “si raggiungerebbero nel 2030 oltre un milione e 800mila posti di lavoro nelle rinnovabili, ottenendo contemporaneamente una riduzione del 50% delle emissioni di CO2 nel settore dell’energia”.“La crisi climatica e quella economica vanno affrontate insieme; investire in energie rinnovabili e in efficienza è la soluzione per salvare il clima, creare occupazione e rilanciare l’economia”Anche l’Italia ha tutto da guadagnare dall’investire in energie pulite ed efficienza,un recente studio dell’Università Bocconi dimostra infatti che “investendo nelle rinnovabili e raggiungendo gli obiettivi europei previsti dal pacchetto Clima e Energia, l’Italia può creare fino a 250.000 nuovi posti di lavoro entro il 2020, nel solo settore elettrico. Per gli usi termici il potenziale è ancora maggiore. Mentre altri 60.000 nuovi posti di lavoro, secondo il Politecnico di Milano, potranno essere creati attraverso l’investimento in efficienza energetica”.In attesa del prossimo summit dell’ONU sui cambiamenti climatici previsto a Copenhagen il 7 dicembre, “i leader del G8 devono sbloccare l’empasse del negoziato e assumere personalmente l’iniziativa, smettendola di accusare i Paesi in via di sviluppo; questa è la loro occasione per mostrare se sanno agire per il bene di tutti e sono dei veri leader, o se sono buoni solo per le chiacchiere”-


Per informazioni e interviste:Ufficio stampa Greenpeace, 06.68136061 [int. 211-208]Andrea Pinchera, direttore comunicazione Greenpeace, +39.348.3988607Foto e video: Massimo Guidi +39.328.0646175

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